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Principali avvelenamenti da Funghi
Sindromi tossiche

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Sono considerati tossici e velenosi quei funghi che anche dopo prolungata cottura provocano effetti tossici di varie entità. Pur se la delimitazione tra funghi tossici e velenosi non è netta, si usa indicare come velenosi quelli che, anche in piccole dosi, dopo le cure mediche conseguenti all'ingestione lasciano comunque gravi conseguenze per tutta la vita e alle volte portano inevitabilmente alla morte. Quelli tossici dopo le cure ospedaliere consentono, nella maggior parte dei casi, una normale ripresa dello stato di salute, ma non sono da sottovalutare in quanto la loro pericolosità dipende dalle quantità ingerite e dallo stato di salute generale, tanto che anche questi nei casi più gravi possono portare alla morte.

Da notare, inoltre, che la maggior parte dei funghi considerati commestibili lo sono dopo adeguata cottura, in quanto da crude contengono tossine termolabili, cioè tossine attive nel crudo ma che vengono degradate alla cottura. Questo spiega il gran numero di ricoveri ospedalieri dopo il consumo di funghi commestibili. I funghi velenosi e tossici, invece, non subiscono alcuna diminuzione della loro tossicità dopo cottura anche prolungata, in quanto contengono tossine termostabili.

Infine da sottolineare che non esistono sistemi empirici per determinare la pericolosità di un fungo, quali il cucchiaino d'argento, l'aglio, ecc. L'unico sistema per non avvelenarsi è saper identificare perfettamente i funghi commestibili e conoscere anche le specie velenose simili, inoltre è opportuno far controllare i funghi da Micologi professionisti prima del consumo, cosa che si può fare gratuitamente presso le ASP o in alcune Associazioni Micologiche.

I funghi possono provocare due tipi di sindromi: sindromi a lunga e sindromi a breve latenza.

Le sindromi a breve latenza sono quelle che si manifestano subito dopo l'ingestione e fino a sei ore dopo. Queste sindromi precoci sono le meno pericolose in quanto consentono un rapido ricorso alle cure mediche ed una precoce espulsione delle sostanze tossiche non ancora completamente assimilate.

I primi interventi in caso di sindromi a breve incubazione consistono nel far procurare il vomito. Dovranno evitarsi bevande alcooliche o che abbiano incidenza sul sistema nervoso.

Le sindromi a lunga latenza sono quelle che si manifestano dopo almeno 6 ore dall'ingestione e fino a oltre 24-32 ore, sono le più pericolose perché l'insorgenza ritardata della sintomatologia posticipa l'intervento medico che spesso arriva quando i principi tossici hanno causato già danni gravi e irreversibili.

Quanto sopra fa capire che è di estrema importanza un rapido ricorso alle cure ospedaliere nei casi di intossicazioni da funghi, soprattutto nei casi di insorgenza dei sintomi dopo molte ore dall'ingestione. Questi casi devono essere trattati il più precocemente possibile con la lavanda gastrica, carbone a dosi ripetute e con un’infusione di liquidi, in considerazione del fatto che il trattamento è tanto più efficace quanto più è precoce.

 

Sindromi a lunga LATENZA
Funghi velenosi mortali

Sindrome falloidea  Amanita phalloide

La tossicità è legata alla presenza di amatossine, è sufficiente anche un solo cappello, pari a circa 20 gr, a determinare gravi intossicazioni. Sono presenti anche fallotossine che contribuiscono all'evoluzione della sindrome. In Amanita virosa sono presenti anche  virotossine con azione simile alle fallotossine.

Specie responsabili : Amanita phalloidesAmanita verna, A. virosa, A. porrinensis, Galerina marginata, G. autunnalis, G. badipes, Conocybe filaris (= Pholiotina filaris), Lepiota helveola, L. josserandii, L. brunneoincarnata, L. castanea, L. subincarnata, L. clypeolariodes e la maggior parte delle piccole Lepiota delle Sez. Ovisporeae e Lilaceae;

Latenza dalle 6 alle 24-30 ore (quando non ingerita in commistione con altre specie tossiche).

Principali sintomi : inizialmente sono caratterizzati da frequenti episodi di vomito alimentare poi biliare e diarrea coleriforme che portano ad una rapida disidratazione ed a squilibri elettrolitici con conseguente calo della pressione sanguinea, astenia, crampi muscolari, insufficienza renale acuta, acidosi metabolica. Questa prima fase dura 1 - 2 giorni durante la quale si rischia il collasso cardio-circolatorio. Successivamente si manifestano lesioni gravissime al fegato, con il blocco della sintesi delle proteine  e conseguente morte cellulare. Dopo il quinto giorno compaiono anche emorragie digestive, segni di encefalopatia e si instaura una insufficienza renale funzionale secondaria. Il danno può portare a insufficienza epatica acuta e quindi al trapianto del fegato. Nei casi più gravi si verificano emorragie massive, insufficienza respiratoria, collasso cardiovascolare, coma epatico e morte.

Sindrome orellanica : Cortinarius orellanus

La tossicità è causata da orellanina una sostanza tossica che non si inattiva con l'ebollizione o l'essiccamento. La dose letale è di circa 40 g. di fungo fresco.

Specie responsabili : Cortinarius orellanus, C. speciosissimus, C. fluorescens.

Latenza : 4-48 ore, fino a 20 giorni, eccezionalmente anche di più.

Principali sintomi : disturbi gastrointestinali con nausea, vomito alimentare, diarrea, dolori epigastrici, spesso è presente un sapore metallico in bocca. Questi disturbi possono non manifestarsi o essere intervallati da un periodo di latenza di 36 ore, o a volte con intervalli di settimane, dopodichè compaiono dolori muscolari e lombari, cefalea, brividi, inappetenza, seguiti da riduzione della quantità di urina, vomito biliare, iperazotemia, uremia, coma e possibile decesso; l’evoluzione verso un’insufficienza renale è  spesso irreversibile.

Per questo tipo di intossicazione l’unica terapia a disposizione è la dialisi, di supporto durante il periodo di sofferenza renale ed è previsto il trapianto di rene nei casi in cui l’insufficienza renale è irreversibile.

Sindrome Nefrotossica o Norleucinica:

Principio attivo tossico: non tutte le specie con questa sintomatologia presentano lo stesso principio attivo. Il principale è la Norleucina allenica, un aminoacido libero non proteico.

Specie responsabili : Amanita proxima, Amanita smithiana, Amanita ovoidea (sospetta), Amanita pseudoporphyria, Amanita neoovoidea, Cortinarius splendens, Cortinarius gentilis, Cortinarius vitellinus. Sospette altre Amanite del Sottogenere Lepidella (A. boudieri, A. gracilior e A. echinocephala) nelle quali è stato isolato lo stesso principio attivo presente nell' A. smithiana.

Latenza : da 4 a 12 ore e oltre fino a 48 ore.

Principali sintomi : la prima fase a diverse ore dal pasto si manifesta con dolori addominali, nausea, vomito, diarrea non sempre presente. Dopo 4-5 giorni si manifesta la seconda fase con alterazione della funzione renale, con oliguria fino ad anuria alla quale si associa una lieve insufficienza epatica, nefrite tubulo-interstiziale acuta, aumento della creanitina, edema, astenia. Può manifestarsi anche cefalea, dolori lombari, ipertensione, disturbi del ritmo cardiaco, infezioni urinarie.

La prognosi è benigna nella maggior parte dei casi con completa guarigione dopo 20-30 giorni ma si sono verificati anche casi con esito infausto.

Sindrome giromitrica : Gyromitra esculenta

Il principio attivo tossico è la giromitrina, sostanza parzialmente solubile e sensibile all'essiccazione in quanto volatile. La tossina provoca azione emolitica, epatotossica, nefrotossica ed agisce sul sistema nervoso centrale.

Specie responsabili : Gyromitra esculenta, G. gigas, G. infula, Helvella crispaHelvella lacunosaHelvella elastica, Cudonia circinans.

Latenza : da 6 a 24 ore e più.

Principali sintomi : si caratterizza per la comparsa di sonnolenza, contratture muscolari, emolisi, anemia emolitica, e nefropatia, danno al fegato e reni con comparsa di ittero e insufficienza epatica, disturbi neuropsichici, agitazione psicomotoria, convulsioni, midriasi. Questi disturbi compaiono dopo ingestioni ripetute e di notevole quantità, comunque variabili da individuo a individuo ma che nei casi più gravi possono portare ad arresto cardiaco e morte.

Sindrome rabdomiolitica Tricholoma equestre

Specie responsabile: Tricholoma equestre , Tricholoma auratum e Russula subnigricans. Sono segnalati casi anche dopo il consumo abbondante di Leccinum sp. e Boletus edulis s.l. Sulla presunta estensione della sindrome anche al Tricholoma terreum vedi articolo di Sitta et A.

Latenza : da 24 a 72 ore.

Principali sintomi: marcata astenia, dolori muscolari prevalentemente alle cosce, eritema al volto, sudorazione, nausea modesta senza vomito, non febbre, urine scure, rossastre. L'evoluzione porta a iperpiressia (oltre 42° C), aritmie cardiache, miocardite acuta, aumento della dispnea, grave alterazione della funzione renale. In seguito alla lesione e distruzione delle fibre muscolari del diaframma e del miocardio avviene il decesso. Le cure ospedaliere riescono a risolvere positivamente l'intossicazione se l'intervento avviene nelle prime fasi.

 

Sindrome da acido poliporico

Alterazione del sistema nervoso centrale

Principio attivo tossico: acido poliporico.

Specie responsabili : Hapalopilus rutilans (Haplopilus nidulans).

Latenza : da 6 a 12 ore.

Principali sintomi : nausea, vomito, cefalea, vertigini, atassia, disturbi della visione, sofferenza epatica, insufficienza renale (con comparsa di urine color violetto).

Sindrome encefalitica

Principio attivo tossico: tossine termoresistenti non identificate, individuato un aminoacido instabile che è stato chiamato Pleurocybellaziridine. (Vedi articolo).

Specie responsabili : Pleurocybella porrigens (Pleurotus porrigens).

Latenza : da 2 a 12 giorni e fino a tre settimane.

Principali sintomi : per la prima settimana debolezza agli arti, difficoltà di deambulazione, tremori, disorientamento, nessun disturbo gastrointestinale, dopo 6-8 giorni alterazione dello stato di coscienza, convulsione, stato epilettico, insufficienza respiratoria, edema celebrale, gli effetti sono accentuati e colpiscono i sofferenti ai reni, fino a coma e morte.

Sindrome acromelalgica

Il quadro clinico consiste in una vasodilatazione parossistica bilaterale prevalentemente agli arti inferiori, accompagnati da rossore, aumento della temperatura e dolori urenti.

Specie responsabili : Clitocybe acromelalga (segnalato solo in Giappone e Corea del Sud) e Clitocybe amoenolens (segnalato in cedrete marocchine, in Francia, Spagna e Italia), questa specie è stata confusa per Lepista inversa e/o Clitocybe gibba.

Latenza : a distanza di oltre 48-72 ore, talvolta 4-6 giorni.

Principali sintomi : dolori parossistici alle estremità degli arti, soprattutto le gambe, di tipo urente ed aumento del rossore e della temperatura della cute; oppure dolore di tipo scossa elettrica o di puntura di spillo. I disturbi si possono presentare anche alla gola, al naso, ai padiglioni auriculari. Non sintomi gastrointestinali. I dolori vengono leniti dal freddo, soprattutto con bagni prolungati in acqua gelida, mentre si accentuano con il caldo e possono perdurare da 2 a 4 mesi, quindi si affievoliscono fino alla totale guarigione.

Sindromi a breve latenza
Funghi tossici e velenosi

Amanita pantherina Sindrome panterinica o mico-atropinica :

I principi attivi tossici sono: acido ibotenico, muscimolo e muscazone, sostanze tossiche con effetti eccitatori ed inibitori che determinano un quadro clinico complesso.

Specie responsabili : Amanita pantherina,   Amanita  muscaria e loro varietà e forme; è sospetta anche Amanita junquillea (= Amanita gemmata).

Latenza : da 30 a 180 minuti.

Principali sintomi : disturbi digestivi alle volte assenti, disturbi neuropsichici che vanno dal capogiro, barcollamento, euforia, collera, tremori, stato confusionale, dilatazione e restringimento della pupilla, incoordinazione dei movimenti, eccitazione o depressione, sino alle crisi convulsive, allucinazioni e sopore, coma, raramente anche morte.

Paxillus involutus velenoso Sindrome paxillica o Sindrome citotossica-allergica:

Tossine principali individuate sono la involutina e la paxillina ma non si conosce esattamente quale componente agisca da antigene.

Specie responsabili : Paxillus involutus, P. atrotomentosus, Paxillus rubicundulus (= P. filamentosus).

Latenza : da 1 a 3 ore e più, talvolta soltanto a seguito di ingestioni successive ravvicinate.

Principali sintomi: alla prima assunzione un antigene provoca la formazione di anticorpi tali da sensibilizzare i globuli rossi del sangue, senza dare ulteriori sintomi o solo lievi disturbi intestinali quali nausea, vomito, diarrea. Dopo le assunzioni successive, soprattutto dopo un lasso di tempo ravvicinato, può manifestarsi una gastroenterite acuta seguita da una grave reazione immunoemolitica, con rottura dei globuli rossi e fuoruscita dell'emoglobina in essi contenuta. Cio porta a ittero, emoglobinuria, oliguria, grave anemia, insufficienza renale, collasso con perdita della coscienza, shock e possibile morte se non vengono praticate cure adeguate. La reazione è individuale e colpisce solo le persone predisposte. Altri sintomi sono: ipercreatinimia, leucocitosi, degenerazione grassa del cuore e del fegato, complicazioni renali, dispnea, uremia.

Sindrome muscarinica (Sindrome sudoripara) :

Il principio attivo tossico è la Muscarina una sostanza idrosolubile e resistente al calore simile all'acetilcolina un mediatore del SNP.

Specie responsabili : Clitocybe della Sez. Candicantes e Lignatiles tra cui, Clitocybe dealbata, C. cerussata, C. rivulosa, C. fragrans numerose Inocybe, tra cui Inocybe asterospora, I. cervicolor, I. praetervisa, I. geophylla, Inocybe rimosa (= I. fastigiata)Mycena puraMycena rosea, M. pelianthina. Vanno comunque considerate tossiche tutte le Clitocybe bianche di piccola taglia e tutte le Inocybe. La muscarina pur se è stata isolata su Amanita muscaria si trova in quantità insignificanti in tale fungo.

Latenza : 15-180 minuti dall'ingestione.

Principali sintomi: cefalea, dolori addominali, ipersalivazione, intensa sudorazione cutanea, nasale e bronchiale, lacrimazione, tremori e bradicardia, miosi pupillare, broncocostrizione. L'intensa perdita di liquidi può portare a disidratazione.

La terapia, oltre alla decontaminazione gastrica, prevede l’uso di atropina.

 

Sindrome psilocibinica e psicotropa :

Principio attivo: psilocibina, baerocistina, norbaeocistina.

Specie responsabili: Inocybe aeruginascens, I. calamistrata, Panaeolus subalteatus, Psilocybe fimetaria, P. semilanceolata, P. cyanescens; alcune Stropharia, Conocybe cyanopus, Amanita muscariaA. pantherinaGymnopilus spectabilis.

Specie psicotrope non conteneti psilocibina: Mycena pura,  Lycoperdon perlatum e L. piriforme, Hygrophoropsis aurantiacaAmanita citrina, Pholiota squarrosa e P. adiposa, Cortinarius infractus.

Latenza : da 30 minuti a 60 minuti circa.

Principali sintomi : disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito, crampi addominali, cefalea, brividi, formicolio, delirio, allucinazioni uditive, visive con colori molto vivi e olfattive, midriasi, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria, perdita della nozione del tempo.

Due diverse tecniche di imaging a risonanza magnetica funzionale hanno permesso di evidenziare che la psilocibina, il principio psicoattivo contenuto nei funghi allucinogeni, agisce diminuendo l'attività e le connessioni tra i principali centri di comunicazione del cervello, lasciando spazio a contenuti cognitivi scollegati tra loro. In particolare, la sostanza induce una significativa diminuzione del flusso sanguigno e dell'ossigenazione venosa sia nelle strutture subcorticali sia in quelle corticali, principalmente nelle regioni del talamo e delle porzioni anteriore e posteriore della corteccia cingolata. I ricercatori sottolineano che, malgrado in genere si presuma che le sostanze psichedeliche agiscano incrementando l'attività neurale, i loro risultati mettono in forse questa convinzione. (Pubblicato su: Le Scienze "L'azione celebrale delle sostanze allucinogene").

Sindrome coprinica (effetto antabuse)

Specie responsabili : Coprinus atramentarius, Coprinus micaceus e C. alopecia, Pholiota squarrosa; sono sospette Clitocybe clavipes, Boletus luridus, Verpa bohemica.

Latenza : quasi istantanea in concomitanza con l’assunzione di bevande alcoliche o anche per consumi precedenti, l'effetto può durare più giorni.

Principali sintomi : congestione con arrossamento del collo e del viso, vampe di calore, cefalea, tachicardia, aritmia, ipotensione, vertigini, perdita delle forze, sudorazione e stordimento. I sintomi possono ricomparire nei giorni successivi all'assunzione di sostanze alcoliche. La sintomatologia regredisce spontaneamente o con l'assunzione di farmaci specifici.

Sindrome Morgana o Sindrome leucocoprina (Morganismo: da Chlorophyllum morganii)

Principio attivo: Lepiotin B e ammine aromatiche (responsabili della colorazione della carne del fungo al rosso bruno e poi al verde).

Specie responsabili: Chlorophyllum morganii, Chlorophyllum molybdites,   Chlorophyllum venenatum (specie spesso scambiate per Macrolepiota procera).

Latenza: 30 min. - 2 ore.

Principali sintomi: gravi disturbi gastrointestinali, con vomito a crisi ripetute e violente, anche con emissione di sangue, coliche addominali e diarrea spesso sanguinolenta. Colpito anche l’apparato cardiocircolatorio e il sistema nervoso centrale, causando difficoltà a reggersi all'impiedi, difficoltà respiratorie, sudore freddo, crampi muscolari, tachicardia, iperlacrimazione e salivazione, urine ipercromatiche. La sintomologia dura 6-8 ore, poi diminuisce fino a scomparire mentre torpore e astenia persistono per qualche giorno.

  funghi velenosi Sindrome gastroenterica e lassativafunghi tossici

 

In numerose specie sono stati identificati i principi attivi che causano le più frequenti intossicazioni da funghi mentre in altre non sono state ancora individuate le tossine responsabili.  I principi attivi individuati sono: Diterpeni, Triterpeni poliidrossilati, serquiterpinoidi, terpinoidi, fenolo, derivati antrachinonici, ecc.

Si può differenziare la sindrome gastroenterica in:

  • Sindrome entolomica: latenza 4 - 6 ore;

    • Specie responsabili:  Entoloma sinuatum (= E. lividum), Entoloma vernum, E. rhodopolium, E. nidorosum

    • Principali sintomi: vomito, diarrea, dolori addominali, anche stato di incoscienza.

     

  • Sindrome pardinica: latenza 15 min. - 3 ore

    • Specie responsabili: Tricholoma pardinum (= Tricholoma tigrinum), Tricholoma josserandii, Gymnopus fusipes;

    • Principali sintomi: vomito, diarrea, dolori addominali, sete intensa, brividi, crampi muscolari, ipersudorazione, cefalea, vertigini, bradicardia, dispnea. Sono possibili altri segni clinici fra cui midriasi, disturbi circolatori e, nei casi più gravi, insufficienza renale transitoria e/o epatomegalia.

     

  • Sindrome olearia: latenza 1 - 3 ore

    • Specie responsabili: Omphalotus olearius;

    • Principali sintomi: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, mal di testa, spossatezza, sudorazione, ipersalivazione (come nella sindrome muscarinica), lacrimazione, sensazione di freddo, amaro in bocca, dolori muscolari; nei casi più gravi: danni all'apparato digerente con lesioni emorragiche allo stomaco.

     

  • Sindrome da Boletus a pori rossi: latenza 1 - 2 ore.

     

  • Sindrome da Hypholoma fasciculare: latenza 5 - 10 ore.

  • Sindrome da Sarcosphaera coronaria (Sarcosphaera crassa): latenza 1 - 2 ore

    • Specie responsabili: Sarcosphaera crassa = Sarcosphaera coronaria

    • Principali sintomi: vomito, diarrea, tachicardia, dispnea, vertigini, allucinazioni, disorientamento, sdoppiamento della visione, affaticamento, prostrazione, disforia e astenia per una ventina di giorni.

  • Sindromi gastroenteriche si sono riscontrate anche in seguito al consumo di specie normalmente dichiarate commestibili come:  Armillaria mellea,   Suillus granulatus e persino i Boletus Sezione edules, talvolta già alla fine del pasto, di norma entro 6-8 ore, ma per Armillaria mellea s.l.  la latenza può raggiungere le 10-12 ore.

    Principali sintomi:  la sintomatologia varia al variare della specie responsabile:  nausea, vomito, diarrea, cefalea, vertigini, sudorazione, dolori epigastrici, prostrazione etc.

    La terapia consiste nella decontaminazione gastrica ed il ripristino delle quantità di acqua e sali persi con il vomito e la diarrea. E' opportuno accertarsi che non siano stati assunti contemporaneamente anche funghi tossici a lunga latenza.

  • Sindrome da funghi emetocatartici: latenza 15 min. - 2 ore.

    • Specie responsabili:

      Agaricus romagnesii, A. moelleri e tutti gli Agaricus del gruppo xanthodermus;

      Cortinarius sanguineus, tutto il Sottogenere Dermocybe, alcune specie dei Sottogeneri Leprocybe, Telamonia e Phlegmacium sez. Fulvi;

      Hebeloma sinapizans, H. crustuliniforme, H. edurum, sospetto tutto il Genere Hebeloma;

      Hygrocybe conica, tutta la Sez. Nigrescentes del Genere Hygrocybe;

      Lactarius vellereus, L. torminosus, L. citriolens, L. bresadolanus, L. helvus, L. torminosus, L. zonarius, Lactarius piperatus, L. scrobiculatus e altri Lactarius di sapore acre o piccante;

      Leucoagaricus badhamii, Leucoagaricus bresadolae;

      Ramaria pallida, Ramaria formosa, sospetto tutto il Genere Ramaria;

      Russula emetica, R. sardonia, R. queletii, R. torulosa, R. sanguinea, R. badia, Russula olivacea se poco cotta;

      Scleroderma verrucosum, Scleroderma citrinum, sospetto tutto il Genere Scleroderma.

      Tricholoma josserandi = T. groanense; in misura minore: Tricholoma saponaceumT. sulphureum, T. virgatum, T. sciodes, T. bresadolanum;

    • Il principio attivo: Sesquiterpeni, antrachinomi, fenolo, per alcune specie il principio attivo è sconosciuto.

    • Principali sintomi: vomito e/o diarrea profusa, anche sanguinolenta, in alcuni casi sintomi secondari neurologici.

Funghi a tossicità incostante

 

  •  Sindrome da Nebularina: latenza 2 - 6  (10) ore, incostante.

    • Specie responsabile: Clitocybe nebularis: un fungo con elevata presenza di sostanze tossiche.

    • Il principio attivo è la Nebularina un composto organico altamente tossico che non subisce decomposizione anche dopo bollitura a 100° per tre ore. Altri principi attivi sono diverse Nectine (CNL, Clitocybe Nebulatis Lectina) una proteina naturale, il Clitocypin e il CnSPIs degli inibitori della Proteasi. In Clitocybe nebularis sono stati isolati, inoltre, ben 77 sostanze volatili,di cui: 2-feniletanolo, belzaldeide, β-barbatene, indolo, derivati dell'acito butirrico, monoterpeni e sesquiterpeni.

    • Principali sintomi: nausea intensa, vomito, stordimento, mal di testa, diarrea. Mal di testa, stordimento, nausea, sono comparsi dopo semplice inalazione degli odori o dei vapori di bollitura. I malesseri colpiscono in maniera incostante da individuo a individuo o lo stesso individuo come per le intolleranze ma si sospetta tossicità anche da accumulo. E' come prendere delle medicine a casaccio.

  •  Armillaria mellea: latenza 1 - 6 ore, anche 12 ore, incostante.

    • Principio attivo: in questa specie sono stati isolati sesquiterpeni e sostanze terpenoidi ad azione irritante sull'apparato digerente.

    • Principali sintomi: diarrea profusa, sudorazione, ipersalivazione nasale e bronchiale, tachicardia (come nella sindrome muscarinica) miosi, astenia, sindrome neurotossica, allucinazioni, disturbi dell'equilibrio, crampi muscolari.

 

Sindrome di Szechwan

 

Specie responsabili : Auricularia polytricha (=Hirneola polytricha), sospetta Auricularia auricula-judae.

Principali sintomi : provoca porpore emorragiche cutanee ed emorragie interne ed esterne più o meno gravi  Le sostanze responsabili di questa sindrome, non sono ancora state identificate.

Questa sindrome, poco conosciuta anche se è stata individuata fin dal 1980 dal Dr. Hammerschmidt, si è sviluppata con il diffondersi dei ristoranti cinesi. Infatti  l'Auricularia è un fungo largamente consumato in oriente soprattutto per le sue proprietà medicinali.

Sembra che a provocare la sindrome sia il consumo di Auricularia in quantità eccessive o associato ad aromi tipici della cucina cinese, quali lo zenzero, o a farmaci antiaggreganti piastrinici quali l'aspirina.

 

Sindrome da Ganoderma lucidum

 

Specie responsabili: Ganoderma lucidum in capsule e polveri.

Principali sintomi : epatite tossica, anche fulminante, che può portare in pochi giorni alla morte.

Questa sindrome si ritiene sia causata dalle sostanze mescolate al Ganoderma lucidum per la vendita in prodotti parafarmaceutici. Si ricorda che tali prodotti non subiscono i lunghi controlli propri dei farmaci e quindi non si conoscono eventuali controindicazioni od effetti collaterali. Non risultano casi di tossicità da Ganoderma lucidum assunto nella maniera tradizionale. E' segnalato il caso di una paziente che lo aveva sempre assunto tradizionalmente e che è stata colpita da malore dopo assunzione di Ganoderma lucidum in polvere.

 

Funghi tossici allo stato crudo

Sindrome emolisinica o emolitica (NO Paxillica vedi)

 

Principio attivo: Sono responsabili le EMOLISINE, composti tossici di natura proteica, che, tra l'altro, provocano la rottura dei globuli rossi. Queste tossine sono termolabili a 60- 65 °C in 30 minuti o a 100° per 10 minuti, è quindi sufficiente una buona cottura per rendere queste tossine inoffensive e il fungo può essere consumato.

Specie responsabili : un certo numero di funghi risultano tossici allo stato crudo o poco cotte e diventano commestibili dopo una idonea cottura (altri elencati in precedenza restano tossici anche dopo prolungata cottura in quanto contengono altre tossine).

LE SPECIE RESPONSABILI SONO NUMEROSE E COMPRENDONO LA GRAN PARTE DELLE SPECIE COMMESTIBILI COTTE.

Alte concentrazioni di emolisine sono contenute in: Amanita rubescens, Amanita vaginata s.l. Armillaria mellea, Morchella s.l., Boletus luridus, Boletus erythropus, Macrolepiota proceraSuillus luteus, Lepista nuda, Pleurotus ostreatus, Agrocybe aegerita, Flammulina velutipes, Laetiporus sulphureus ecc.

La cottura è quindi e comunque sempre raccomandabile anche per rendere inattivi i batteri, microbi, larve ecc.

Latenza : la latenza è in genere breve, da 15 minuti dopo il pasto, ma in alcuni casi anche lunga.

Principali sintomi: disturbi gastrointestinali, quali nausea, vomito, diarrea, seguiti da emoglobinuria, pallore, oliguria, ittero emolitico. Nei casi più gravi è necessaria la diuresi forzata ed emotrasfusioni.

 

Funghi con effetti cancerogeni

La presenza di sostanza cancerogene viene segnalata anche nei funghi, siano essi commestibili o velenosi. In particolare conterrebbero N-alchilnitrosammine, sostanze cancerogene, l'Armillaria mellea (chiodini), il Leccinum scaber, il Polyporus ovinus, l'Amanita muscaria, la Russula emetica, la Gyromitra esculenta ed anche l'Agaricus bisporus in dosi minime.

Nel campo dei microfunghi troviamo al primo posto l'Aspergillus flavus, che infesta i semi di soia, di arachide, ecc. e che è in grado di elaborare numerosi composti tossici, tra cui l'aflatossina B ritenuto un potente cancerogeno epatico.

La Claviceps purpurea (Segala cornuta), parassita della segala, responsabile della grave intossicazione nota come Ergotismo o fuoco di S. Antonio, produce degli alcaloidi con effetto cancerogeno.

 

Sindrome cripto-manica – Funghi avariati

LATENZA: breve

TOSSINA RESPONSABILE: ptamine e criptomaine e principi emolitici della putrefazione .

SPECIE RESPONSABILI: tutti i funghi risultano alterati se vecchi, marci, non puliti o mal conservati.

SINTOMATOLOGIA: di tipo gastrointestinale con fenomeni nervosi e cardiaci.

 

Falsi avvelenamenti

 

  •  Si possono manifestare disturbi, dopo l'ingestione di funghi, dovuti a intolleranza agli stessi. La causa è dovuta alla mancanza di un enzima: il trialase. Questo causa l'impossibilità di scindere il trealosio, un disaccaride di cui sono ricchi i funghi, anche i porcini. Ciò provoca fermentazione, dolori addominali, diarrea, tutti sintomi di non grave entità da non confondere con i più gravi effetti gastroenterici provocati da vere intossicazioni.

  •  Si può avere una reazione allergica ai funghi come per altri alimenti. In questo caso si può avere allergia lieve, come prurito, orticaria, o reazioni più gravi, come broncospasmo, shock.

  •  I funghi sono alimenti di difficile digestione, per cui se consumati in abbondanza possono provocare indigestioni.

  •  La paura di aver ingerito funghi velenosi può provocare disturbi quali nausea, cefalea, disturbi cardiovascolari, diarrea. Il controllo preventivo dei funghi da parte di micologi toglie queste paure.

 

Vedi anche le pagine: <Funghi velenosi> e <Tra tossine e veleni>

 

Per saperne di più: Funghi velenosi G. Pelle: Funghi velenosi e sindromi tossiche

Funghi velenosi - Tossicologia, speciografia e prevenzione di Francesca Assisi, Stefano Balestreri, Roberto Galli.

 


 Limitate il consumo di funghi e soprattutto fateli controllare.

Per il controllo gratuito dei funghi vedi l'elenco degli Ispettorati Micologici
 

Nella nostra città fai controllare i funghi gratuitamente

all'Ispettorato Micologico

Ufficio Igiene Pubblica

presso ex Ospedale Mandalari

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