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STORIA DELLA MICOLOGIA SICILIANA

In questa pagina ci occuperemo dei micologi e naturalisti siciliani che hanno segnato passi importanti per la micologia e la botanica sistematica attraverso i secoli.

Paolo Boccone (1633-1704)

foto Paolo Boccone

Nato a Palermo nel 1633, si dedicò fin dalla giovinezza alla storia naturale, frequentando a Messina l'Orto Botanico fondato da Pietro Castelli. Divenuto botanico di corte del Duca di Toscana Ferdinando II de Medici, compì numerosi viaggi di studio in Italia, Corsica, Parigi e Londra. Nel 1697 si ritirò a Firenze divenendo, a cinquant'anni, padre cistercense della Provincia di Sicilia, con il nome di Silvio. La sua opera più nota "Observations naturelles" fu pubblicata dalla Royal Society di Oxford. Naturalista molto famoso, va ricordato perché nello studio dei funghi preferì la rappresentazione per disegni alle descrizioni analitiche. Nell'opera "Museo di piante rare" del 1697 descrive sotto forma di disegni le piante rare di Sicilia, Malta, Italia, Piemonte, e Germania. Tra di esse ben 44 specie fungine, di cui alcune non erano mai state rappresentate prima, quali: Cortinarius violaceus, Lycogala epidendron, Scleroderma vulgare, Lycoperdon saccatum, Lycoperdon pyriforme che veniva chiamato "Fungus lupinus vesicarius pyriformis latiore basi, leucophaeus". Altro fungo illustrato dal Boccone è il Pisolithus tinctorius che veniva chiamato in dialetto "Catatùnfuli" e che l'Autore dice era impiegato dalle donne di Messina per tingere i panni, oltre che come commestibile. Le tavole sono veritiere e le specie raffigurate sono state tutte riconosciute dal Fries che adotta, nella sua nomenclatura, alcune denominazioni usate dal Boccone quali: Polyporus tuberaster, Marasmius androsaceus, Peziza cerea, Cortinarius violaceus, Lycoperdon piriforme. Linneo dedicherà al naturalista siciliano il genere di una pianta della famiglia delle Papaveraceae: la Bocconia.

 

Francesco Cupani  (1657-1710)

foto Francesco Cupani

Nacque a Mirto (Messina) nel 1657, studiò medicina ed in seguito divenne terziario francescano, si dedicò allo studio della flora siciliana e fu anche allievo di Paolo Boccone. 

Fondò, nel 1692, a Misilmeri un ben fornito Orto Botanico nel quale fece attecchire molte piante esotiche e specie spontanee della Sicilia. Fu uno dei più illustri botanici siciliani del 17° secolo, molto noto tra i contemporanei, grazie all'assidua corrispondenza che tenne, dal 1696 al 1708, con i maggiori botanici e naturalisti d'Europa. 

Tra le sue opere il Sillabus Plantarum Sicilae nuper detectarum del 1694, Hortus Catholicus del 1696 in cui illustra le piante dell'Orto di Misilmeri, indicandone alcune con una nomenclatura binomia, in anticipo sul periodo linneano. L'opera comprende anche la micologia e riporta la descrizione di una trentina di funghi con tutti i relativi nomi dialettali siciliani. Gli ultimi anni della sua vita li dedicò alla stesura del famoso Pamphyton Siculum pubblicato postumo nel 1713.

 

 Antonio Bernardi-Bivona (1778 - 1837)

Botanico siciliano Nato a Messina nel 1778, dopo la morte dei genitori si trasferisce a Palermo dallo zio che lo avvia agli studi di giurisprudenza prima e di scienze naturali poi, presso l'Orto Botanico.

Fu molto interessato al campo micologico soprattutto in quello della crittogamia, iniziò a viaggiare ed ebbe contatti con i maggiori botanici del tempo, tra questi il famoso micologo De Candolle col quale collaborò intensamente sui micromiceti parassiti. Fu autore della Pseudopeziza trifolii, un Ascomicete della famiglia delle Dermateaceae, parassita del trifoglio. Tra le alghe marine, separò un Genere: la Scinaia (Fam. Galaxauraceae) 1822. Descrisse nuove piante della flora siciliana tra le quali alcune orchidee spontanee: Orchis brancifortii e Ophry ciliata

In seguito il De Candolle gli dedicherà un genere botanico: la Bivonaea dell'Ordine Cruciferae. 

Scrisse diverse pubblicazioni, di cui ricordiamo:

  • Di Sicularum plantarum - Centuria I° et II° - 1806.

  • Descrizione di tre nuove piante di Sicilia (Astragalus siculus Anthoxanthum gracile Barkausia hyemalis) - 1810.

  • Descriptiones stirpium rariorum minusque cognitarum in Sicilia -1813. 

  • Tinea Ex mirabili ordine sive naturali familia orchidearum novum genus - 1833.

  • Di una terza pianta detta Orchidea secundiflora - 1835.

  • Nuove piante inedite del Barone Antonino Bivona Bernardi pubblicate dal figlio Andrea - 1838.

Numerose sue essiccate sono conservate nell'Erbario siculo dell'Orto Botanico di Palermo, in particolare numerose quelle di  Fanerogame e di Briofite.

Inizia ad occuparsi anche di Zoologia e Paleontologia, viene stroncato dall'epidemia del colera  nel 1837.

 

Giuseppe Inzenga (1815 - 1887)

foto Giuseppe Inzenga 1815 - 1887

Agronomo Botanico, Professore di Agraria all'Università di Palermo, ebbe uno straordinario interesse per la flora micologica siciliana, nutrito da una fitta collaborazione epistolare con il grande Fries che confermerà molte delle specie da lui descritte.

Lasciò un'opera in due volumi, con splendide tavole a colori: Funghi Siciliani - Centuria prima (1865) e Centuria Seconda (1879).

 

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Mise in rilievo le differenze tra la flora fungina siciliana e quella del resto d'Italia descrivendo circa 200 specie, di cui una quarantina illustrate in tavole a colori. Alcune delle specie descritte erano nuove: l'Agaricus nebrodensis (Pleurotus nebrodensis), il Boletus Bellini (Suillus bellini), l'Armillaria citrii, l'Hydnum notarisii.

Creò anche altri nuovi boleti siciliani poi caduti nel dimenticatoio: Boletus aetnensis, Boletus friesii, Boletus lanzii,  Boletus messanensisBoletus siculus e Boletus panormitanus, quest'ultimo dalle tavole risulta affine a B. luridus e B. comptus.  Le descrizioni originali delle ultime tre specie dell'Inzenga possono vedersi nella pagina dei Boleti

Tra l'altro descrisse numerosi Pleurotus ed Armillaria mellea vegetanti su piante particolari dell'isola, quali gli agrumi ed il fico d'india. Fece notare che il Boletus satanas era comunemente raccolto e consumato sull'Etna (poteva trattarsi del Boletus satanoides, tuttora consumato dopo cottura, in quanto il B. satanas è specie rara in Sicilia).  Fece una particolare trattazione per la Terfezia leonis (in dialetto chiamata "truffuli"), fungo ipogeo delle Tuberaceae, scuro all'esterno e bianco all'interno, abbondante nella zona di Caltagirone e Vittoria dove cresce in micorriza con la pianta erbacea "Helianthum guttatum" ed ove viene ricercato quale apprezzato commestibile.

Altra sua pubblicazione: Avena sibirica in Sicilia, 1861; Atti Soc. Acclim. sicil. Palermo; 1; 73-76.

 

Ingrandisci tavola Inzenga

 

Giovanni Passerini (1816-1893) et Vito Beltrani (1805-1884)

Questi due botanici lasciarono le loro tracce in Sicilia con la pubblicazione nel 1882 del "Fungi Siculi novi", Atti della Regia Accademia dei Lincei,  in cui illustrarono la flora micologica siciliana. Ricordiamo la Xylaria sicula Pass. & Beltrani e la Leptosphaeria typhicola Pass. & Beltrani 1873, tra le nuove specie create. Inoltre le essiccate dei funghi da loro determinati, depositate nel Regius Orto Botanico di Palermo, ancor oggi sono le più rappresentative dello storico "Herbarium siculus".

Xylaria sicula

Xylaria sicula su foglie di Ulivo

Il Passerini che per lunghi anni fu professore all'Università di Parma di cui diresse anche l'Orto Botanico, va ricordato per la sua principale opera "Funghi parmensi" in cinque fascicoli.

Tra le specie create dal Passerini ricordiamo la Ascochyta bacteriiformis (1874) e la Zythia rabiei (1867) ma ce ne sono tante altre.

Il Beltrani fu il legittimatore di diverse specie fungine da altri micologi create e che in suo onore gli diedero il nome della Specie e perfino di un Genere, ricordiamo:

  • la Phyllosticia beltranii Penz, raccolta dal Beltrani su un ramo di limone nei pressi di Carini (PA);

  • la Puccinia beltraniana Thumen, raccolta dal Beltrani nei pressi di Licata.

  • la Beltrania rhombica Penz. come risulta nella diagnosi originale "Sept. 1878 a clarissimo amico V. Beltrani lecta, cui genus distinctissimum et pulchrum dedicatum volui."

Altra pubblicazione curata dal Beltrani per la parte scientifica fu il giornale letterario "La falce" pubblicato dal 1844.

 

Giuseppe Scalia (1876 - 1943)

Giuseppe Scalia (1876 - 1943)

Di origine Catanese, nato nel 1876, si laureò all' Università di Catania e divenne assistente del Prof. P. Baccarini che lo aiutò nello studio dei funghi. 

Giovanissimo pubblicò "Prima contribuzione alla conoscenza della Flora micologica della provincia di Catania" (1899) e "I Funghi della Sicilia Orientale e principalmente della regione Etnea", in tre Atti della Accademia Gioenia di Scienze Naturali di Catania, Serie IV, Vol. XIII (1900), XIV (1901) e XV (1902). 

Giuseppe Scalia Gioenia   Funghi della Sicilia Orientale di Giuseppe Scalia

Nelle pubblicazioni sono trattate oltre 650 specie di macro e micromiceti, suddivisi tra Myxomycetes, Phycomycetes, Basidiomycetes, Ascomycetes e Funghi imperfecti (Sphaeropsideae, Melanconieae, Hyphomyceteae). 

Quasi tutte le specie determinate provenivano dalla zona Etnea e di esse una trentina furono descritte come nuove specie o varietà. Di tutte le specie vengono indicate la Bibliografia di riferimento, il luogo, il substrato e la data del ritrovamento; le essiccate furono poi conservate nelle collezioni dell'Istituto Botanico della Regia Università di Catania. 

Ricordiamo alcune delle specie nuove descritte: Lenzites gussonei, Tricholoma terreun var. aetnense (Baccarini) Scalia, Pleurotus ostreatus var. stipitatus, Agaricus campestris var. insignis, Lycoperdon atropurpureum var. catinense, Peziza sepiatrella var. sicula, Thielavia bovina, Macrophoma aurantii, Diplodia segapelii, Septoria senecionsis-aetnensis, Ascochyta cycadina, ecc. 
Delle numerose specie trattate alcune risultarono segnalate per la prima volta in Italia.

Collaborò con altri micologi del tempo, tra i quali il Prof. Domenico Saccardo, figlio del grande micologo Pier Andrea,  autore della poderosa opera "Mycoteca italica" dove sono descritte centinaia di specie provenienti da varie regioni d'Italia. Un faldone contenente le centurie VII^ e VIII^, delle essiccate relative a tale opera, complete di schede di ritrovamento,  è conservato presso la sede del Gruppo A.M.B. di Catania.

Dopo una vita dedicata alle Scienze Naturali, morì il 12 novembre del 1943, la sua tomba trovasi nel cimitero di Mascalucia (CT).

 

 Vedi anche:

Storia della Micologia

Storia della Micologia II°

Storia Micologia 1800

Giacomo Bresadola

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