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Indice Funghi

 

Descrizione e foto di:
Armillaria mellea, Armillaria cepistipes, Armillaria gallica, Armillaria ostoyae,
Desarmillaria tabescens.

 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kummer
Famigliola buona, chiodini, chiodello, ghebe. 

 

Armillaria  mellea chiodino   Armillaria mellea   Armillaria mellea chiodino famigliola

  Armillaria mellea

Cappello: 2-9 cm, inizialmente emisferico, poi aperto, da convesso a spianato ed infine anche concavo e ħ umbonato. Decorato particolarmente al centro da minute squamule appuntite e fugaci, di colore più scuro, orlo striato ed involuto. Colore variabile a seconda dell'albero su cui cresce, da giallo miele a bruno scuro, da verdastro a rossiccio, con il margine a lungo pallido.

Lamelle: da adnate- annesse a decorrenti, fitte e strette, biancastre, poi maculate di giallastro o di bruno negli esemplari maturi.

Gambo: Slanciato, cilindrico o rigonfio, presto rigido e coriaceo alto fino a 15 cm x 1-2 cm, inizialmente pieno, poi cavo, striato sopra l'anello, fioccoso sotto. Di colore variabile da crema carnicino a concolore al cappello, imbrunente alla base. Anello persistente, cotonoso all'orlo, bianco, striato nella parte superiore, al margine talora giallo.

Carne: Soda nel cappello e biancastra, coriacea nel gambo e brunastra. Sapore amaro, odore fungino.

Microscopia: Spore bianche in massa, da ellissoidali ad ovali, lisce, 7-8,5 x 5,5-6 µm. Basidi senza giunti a fibbia.

Habitat:Cresce su ceppaie interrate, pricipalmente di latifoglie (querce, castagno, pioppo e faggio), ma anche di Abete bianco e Pino.

Commestibilità: pur ammessa alla commercializzazione è una specie tossica se non prebollita, al primo posto nelle statistiche dei ricoveri ospedalieri. Basterebbe questo per bandirla dal consumo ma continua ad essere consumata con sempre più frequenti casi di tossicità. Viene boicottata in Francia e altre nazioni. Vanno eventualmente consumati solo gli esemplari giovani e freschi, privati del gambo coriaceo e quindi difficile da digerire. Prebollire sempre in abbondante acqua per almeno 20 min. quindi scolare accuratamente e cucinare. Possiede infatti tossine idrosolubili che con la bollitura si diluiscono nell'acqua.  Non so se il gioco vale la candela.

Non congelare: sembra si amplifichino gli effetti delle sostanze tossiche idrosolubili presenti che, probabilmente, non riescono a diluirsi adeguatamente.

 

Note: Armillaria mellea si distingue per la crescita cespitosa, il cappello color miele, le lamelle bianche, leggermente decorrenti e l'anello bianco persistente.
Armillaria tabescens è simile ma si distingue per l'assenza dell'anello ed il cappello densamente ricoperto da irte squamette.
Armillaria ostoyae è più scura, con squamule brune erette ed anello bordato di bruno, cresce su ceppi di conifere.
Armillaria gallica è più robusta, meno cespitosa, ha residui di velo gialli ed anello giallo.
Armillaria cepistipes (vedi sotto) è più bassa e pallida, con gambo clavato, cresce non su legno ma su residui legnosi ed è igrofana.

Attenzione a non far confusione con il tossico Hypholoma fasciculare (falso chiodino), con lamelle grigio-verdastre o violacee e privo di anello.

Attenzione anche ai vecchi esemplari che possono essere confusi con il TOSSICO Cortinarius orellanus.

Armillaria mellea viene chiamata con molti nomi comuni o dialettali : chiodino, famigliola buona, chiodini, chiodello, ciudin, gabbarei, angiolino, fungo de ceppo, cerza, abbiru, mennula, funciu, lumia, spezie, aranciu, ghebe, lezza.

 

 

 

Armillaria cepistipes Velen.

 

Armillaria cepistipes chiodino famigliola buona

Cappello: 3-9 cm, campanulato, poi convesso, infine piano-convesso, igrofano, colore da grigio-nocciola chiaro a bruno rosato o rossastro, più scuro con l'umido, ricoperto di piccole squame a ciuffi irsuti, detersili con la pioggia, soprattutto al margine che è striato; orlo involuto con residui fioccosi del velo.

Lamelle: da annesse a leggermente decorrenti, fitte e strette, con lamellule, biancastre, poi maculate di bruno negli esemplari maturi ed erose.

Gambo: 4-12 x 1-1,5 cm, gracile, cavo, con base bulbosa, bruno rossastro, spesso estesamente coperto da micelio bianco; velo secondario avvolgente ma poco consistente, ornato nella parte inferiore da fioccosità gialle, fugace, ridotto a residui cortiniformi giallastri, nella zona anulare, in vecchiaia.

Carne: sottile, tenera, coriacea nel gambo; odore gradevole fungino, sapore acidulo.

Habitat: cresce spesso isolato o in piccoli cespi, su legno degradato o residui legnosi di latifoglie, anche apparentemente terricolo, in autunno.

Commestibilità: commestibile mediocre per l'esiguità della carne, lo scarso sapore e le tossine presenti; analogamente ad A. mellea scartare il gambo fibroso e prebollire.

Microscopia: Spore ellissoidali, ialine, lisce,  (7.2)7.5-8.3(8.7) x (4.9)5.3-6.1(6.3) µm.

 

Note: si distingue per le piccole dimensioni, il bordo del cappello striato, il gambo proporzionalmente più corto rispetto alle altre Armillaria, la crescita poco cespitosa e l'anello fugace.

L'Armillaria tabescens (vedi sotto) si distingue per l'assenza dell'anello.

Armillaria ostoyae è più scura, con squamule brune erette ed anello bordato di bruno, cresce su ceppi di conifere.

Armillaria gallica (vedi sotto) è anch'essa poco cespitosa ma è molto robusta, con gambo notevole, ha residui di velo gialli e micelio giallo sul gambo.

 

Armillaria gallica Marxmüller & Romagnesi

Armillaria bulbosa sensu auct. brit. 

Armillaria lutea Gillet

 

Armillaria gallica bulbosa chiodino   Armillaria gallica bulbosa chiodino   Armillaria gallica bulbosa chiodino   Armillaria gallica bulbosa chiodino 

  Armillaria gallica

Cappello: ampio, 4-13 cm, convesso, poi più spianato, con umbone ottuso, con margine debolmente striato, leggermente fioccoso. Cuticola dal giallo-ocra all' ocra-bruno con minute granulazioni piu fitte al centro di colore giallo o giallo grigio-bruno.

Lamelle: Lamelle subdecorrenti, fitte, biancastre poi gialle con macchie rossastre in vecchiaia.

Gambo: 4-13 x 0,5-2,5 cm, clavato, di notevoli dimensioni, con base spesso bulbosa, talvolta grinzosa, striato, con fibrille o squamule e residui di velo giallo. Di colore ocra-bruno, con base più scura. Anello fibrilloso, giallastro all'orlo, quasi fugace in vecchiaia, si dissocia, caratteristicamente, in modo ragnateliforme.

Carne: Tenera nel cappello, biancastra, nel gambo fibrosa, brunastra alla base. Odore e sapore gradevoli, fungini.

Microscopia: Spore bianche in massa, ellittiche, lisce, 7-8 x 5-6 µm.

Habitat:Cresce su ceppaie interrate, pricipalmente di latifoglie (querce, castagno, pioppo e faggio), ma anche di Abete bianco e Pino.

Commestibilità: Commestibile con cautela, dopo prebollitura, sono sempre più frequenti i casi di tossicità come per l'Armillaria mellea.

 

Note: Armillaria gallica è simile ad Armillaria mellea, si distingue per essere più robusta e meno cespitosa, con residui di velo gialli sul cappello e sul gambo che è subbulboso, anello giallo più persistente e meno sviluppato.
Armillaria tabescens è più esile e si distingue per l'assenza dell'anello.
Armillaria ostoyae è più scura, con squamule erette e poco persistenti ed anello bordato di bruno, cresce su ceppi di Abeti.
Armillaria cepistipes è più gracile e pallida, meno alta, con gambo bulboso claviforme e anello inconsistente, cortiniforme; è igrofana e con crescita singola o in pochi esemplari uniti, apparentemente terricola su residui legnosi.

 

 

 

Armillaria ostoyae (Romagn.) Herink 

Armillariella ostoyae Romagn.
 

Armillaria ostoyae    Armillaria ostoyae

Cappello: 3-8 cm, inizialmente emisferico, poi convesso, solo in vecchiaia convesso-appianato, con basso umbone ottuso. Cuticola asciutta, mai vischiosa, di colore bruno-fulvo, bruno grigiastro, ricoperta da squamule bruno nerastre, irte nella zona centrale, fioccose nella zona marginale. Orlo a lungo involuto, poi disteso, con margine striato a maturità.

Lamelle: da adnate a decorrenti con un dentino, bianche, poi color crema, infine macchiate di bruno rossastro soprattutto sul filo.

Gambo: 6-10 x 1-2 cm, cilindrico, spesso ricurvo, alle volte dilatato alla base, dello stesso colore del cappello, decorato da zebrature fioccose biancastre sotto l'anello, striato all'apice. Anello membranoso, persistente, bianco, con margine ricoperto da residui del velo generale, puntiformi, bruni.

Carne: soda nel cappello, fibrosa nel gambo, biancastra. Odore leggero, resinoso, insapore.

Microscopia: Spore bianche in massa, ellittiche, lisce a parete spessa, 8-10 x 5-6,5 µm.

Habitat: Cresce a cespi poco numerosi parassita e poi saprofita presso aghifoglie, soprattutto Abeti.

Commestibilità:  come tutte le Armillaria possiede tossine idrosolubili solo con lunga bollitura. Sconsigliata.

 

Note: Armillaria ostoyae si distingue per le irte squamule brune del cappello, accompagnate da un evidente anello bianco con punteggiatura bruna all'orlo, il gambo ricoperto da bande zebrate e per la preferenza di crescita presso conifere.
Armillaria tabescens presenta cappello cosparso da squamette ma non possiede anello ed il gambo è liscio.
Armillaria cepistipes possiede squamette poco evidenti, anello poco consistende, gambo bulboso claviforme ricoperto da fini fioccosità, crescita presso latifoglie.

Armillaria tabescens (Scopoli) Emeland
Desarmillaria tabescens (Scop.) R.A. Koch & Aime

Armillaria_tabescens   Armillaria tabescens   Armillaria tabescens   Armillaria tabescens chiodino

Armillaria tabescens

Cappello: 3-8 cm, convesso, presto piano o depresso con ampio umbone ottuso, densamente ed interamente ricoperto da piccole squame cotonose più scure, orlo sottile, incurvato. Asciutto, di colore fulvo-rossastro, nocciola-rossastro o bruno-ocraceo.

Lamelle: fitte, derorrenti per un filetto, da crema a rosa-rossastre, con filo imbrunente in vecchiaia.

Gambo: 4-10 x 0,8-1,5 cm, cilindrico o subfusiforme, incurvato-flessuoso, tenace, liscio o fibrilloso, fistoloso, privo di anello, dello stesso colore del cappello e con apice biancastro.

Carne: Compatta, fibrosa nel gambo, bianca. Sapore dolce, astringente. Odore forte, fungino.

Microscopia: Spore color crema pallido in massa, ellissoidali, 9-10 x 5,5-6,5 µm. Basidi senza giunti a fibbia.

Habitat: Cresce da fine estate ad autunno inoltrato a gruppi cespitosi intorno a tronchi di querce o raramente di altre latifoglie.

Commestibilità:  privata del gambo e prebollita, si presta alla conservazione sott'olio. Valgono anche per questa specie le raccomandazioni fatte per l'Armillaria mellea.

 

Note: Armillaria tabescens si distingue per le dense squamette sul cappello, l'assenza di anello e la crescita cespitosa presso latifoglie
L' Armillaria ostoyae (vedi scheda precedente) è più scura, con squamule erette, gambo decorato da bande zebrate ed anello bordato di bruno, cresce su ceppi di conifere.

 

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