Etimologia: dal greco phallòs (fallo), riferito alla forma che possiede da giovane e eîdos (forma, sembianza) quindi: "che rassomiglia al fallo".
Cappello: 5-20 cm, da subsferico-ovoidale a piano, abbastanza carnoso. Cuticola vischiosa, ma asciutta e lucente a tempo secco, liscia o con rare placche residue del velo generale. Di colore variabile, non uniforme ma disposto in fibrille radiali innate: da bianco giallina a gialla, da giallo-verde a verde, da verde a verde-grigia o olivastro-bruno. Margine uniforme e liscio, senza alcuna striatura o scanalatura.
Lamelle: libere, piuttosto fitte, ventricose, con lamellule tronche, bianche con il tagliente concolore.
Gambo: 8-20 x 1-2 cm, pieno ma midolloso in vecchiaia, cilindrico slanciato, attenuato verso l'alto ma nettamente bulboso. Bianco, a volte con zebrature di colore grigio verdastro. Anello: ampio e membranoso, supero, appena striato, bianco. Volva ampia e spessa, libera e membranosa.
Carne: Piuttosto molle e acquosa, bianca immutabile. Odore nullo che diventa nauseante negli esemplari molto maturi. Sapore acidulo alquanto sgradevole, (meglio non assaggiare: VELENOSA MORTALE).
Habitat: Cresce a gruppi di vari esemplari nei boschi di latifoglia, dall'estate all'autunno, soprattutto querce e noccioli, più raramente presso castagni e faggi.
Microscopia: Spore bianche in massa, da largamente ellissoidali a subglobose, amiloidi, a parete sottile, misure: 8-11 x 7-10 µm.
Commestibilità: VELENOSA MORTALE, causa sindrome falloidea. E' il fungo che causa il maggior numero di decessi.
L'appartenenza al Genere Amanita è facile da capire se si guarda bene la base, avvolta in una volva bianca, il gambo ornato da un anello e le lamelle bianche. All'interno del Genere i colori e l'eventuale scanalatura al margine del cappello hanno una importanza fondamentale per la distinzione. L'Amanita falloide non possiede scanalature al margine del cappello, che è liscio. I suoi colori variano dal bianco al giallo, dal verde al bruno ma non abbiamo mai colorazioni su toni rossi o arancio. Il colore del cappello non è mai uniforme ma presenta delle "fibrille": colpetti di matita disposte radialmente, visibili ad una attenta osservazione. La base del gambo è ingrossata in un vistoso bulbo che la fa riconoscere anche quando è ancora chiusa e non mostra il suo colore.
Amanita citrina è quella che le assomiglia maggiormente. Possiede colore da bianco a giallo, quindi compreso nella variabilità della A. phalloides ma non possiede le fibrille. Il cappello di A. citrina, inoltre, è ricoperto da numerose, sottili, placche velari da biancastre a ocraee. Analogo l'anello a gonnellino sul gambo ma la sua volva non è alta, ma è ritagliata sopra la base: "circoncisa" come viene definita ed ha un colore biancastro-ocraeo. Un carattere fa riconoscere A. citrina ad occhi chiusi, basta odorarle il bulbo basale dopo averlo scalfito: possiede un intenso odore di patata cruda.
Difficile la distinzione da Amanita verna dal colore bianco: Analoga la volva, ma il suo anello è sempre posizionato sul gambo in posizione apicale, quasi sotto le lamelle. Il cappello è bianco, col disco presto macchiato di ocra, ma non possiede fibrille. Il periodo di crescita primaverile, di A. verna, esclude eventuale confusione nel periodo autunnale.
Nessuna reazione con le basi forti.
Per la sua colorazione può essere scambiata, con gravi conseguenze, con specie del Genere Agaricus.
Specie simili:
Amanita verna: ugualmente tossica, possiede cappello bianco con toni ocra al centro e privo di fibrille, gambo liscio privo di zebrature, spore ellissoidali, reazione incostante gialla con KOH e NaOH e crescita prevalentemente primaverile.
Amanita virosa, possiede cappello bianco irregolarmente campanulato, plurilobato, gambo fioccoso-bambagioso con anello fioccoso, fugace e possiede un grosso bulbo basale emisferico.
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